SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Il Pollino di Giorgio Braschi

Viaggio interiore in una realtà irreale: la wilderness del Pollino

pollinoChi non ha mai trascorso un’intera nottata alla luce fioca di una lampada, con il capo chino su un libro, senza mai alzare lo sguardo, se non per sfogliarne le pagine? Ci sono libri che hanno ancora questo potere. “Pollino” di Giorgio Braschi è uno di questi.
Sono affascinata ed emozionata dal “viaggio fotografico” che sto per intraprendere. Mi piace viaggiare sui treni della fantasia e non, e così mi affido alla lettura.
“In questo libro, amico lettore, ti accompagnerò nel mondo favoloso e selvaggio dei luoghi naturali del Pollino. Il nostro sarà un viaggio attraverso paesaggi reali e irreali al tempo stesso visti con occhi che non si fermano all’apparenza delle cose…”
Iniziamo il cammino al tramonto, tra coltri di nubi rossastre, e risaliamo il massiccio dal settore meridionale di Timpa delle Murge, tra esplosioni di luci e colori.
Sono rapita dal “sentiero” che Giorgo ho tracciato con religiosa e paziente discrezione tra le pagine, e mi inoltro -esploratrice di me stessa- nel silenzio più profondo e ancestrale della montagna, distante dai rumori della strada o della radio del vicino che trasmette fino a tardi le note di un vecchio disco per l’estate.
Poche tracce: emozioni sentite e catturate con gli occhi del cuore, dall’obiettivo “nudo” di una Canon. Schegge scabre ed essenziali di pensieri e suggestioni. Un Pollino magico e dal fascino quasi irreale. Una natura magnifica e selvaggia quella che Giorgio ha saputo regalarci nel suo viaggio interiore, sospeso a metà strada tra sogno e realtà.
Arriviamo gradualmente nel cuore del massiccio e tra gli alberi mi sento più protetta. Vorrei definire il senso di questi posti, ma Giorgio frena la mia sete di comprensione “Come l’anima/ di ogni luogo naturale anche/ l’anima del Pollino/ non è descrivibile”. Non dissento e continuiamo il viaggio. Ogni tappa un luogo di incontri, di segni remoti della natura.
Attraversiamo pendii, radure, rocce impietrite dal gelo, foreste di faggi e abeti bianchi e poi nebbia, tormenta e neve “…i denti di ghiaccio/ dallo spietato morso del gelo…” Proseguiamo, e senza sapere come, siamo tra dirupi grandiosi e profondissime gole, “nell’area più affascinante e selvaggia” della montagna, nel più “duro e seducente mondo di pietra”. E’ il settore orientale del massiccio, dove “ …tra gole, pareti e vallate selvose/ ti senti spesso seguito/ da satiri, ninfe e folletti”
Ed è dalle assolate e magiche gole del Raganello che facciamo nuovamente ritorno all’interno, fino all’armata imponente dei pini loricati. Le sculture argentee dalle forme allucinanti con le braccia e le mani protese verso il cielo. “Eleganti” ed essenziali nel loro portamento “Di fronte a questi scenari/ senti la tua stessa esistenza/ infinitesima parte di un grande mistero”.
A questo punto del viaggio la stanchezza comincia a gravarmi sugli occhi, ma siamo all’ultima tappa del viaggio: la Manfriana misteriosa e la cresta dell’Infinito. Qualcosa di inquietante mi ghermisce risalendo lungo la Pietra della Sentinella. Un sentimento vago e smisurato…
Ormai ho solo odore di erba e terra dentro le narici e il mio corpo è leggero come un vestito d’estate. Gli occhi sono reti, anche dove il vento tace, e giungiamo “inebriati d’immenso sulla vetta più alta”.
E, sulla cima di Sella Dolcedorme, a 2248 m.s.l.m, il nostro itinerario poetico e fotografico volge al termine. E’ l’alba. Forse, ora, chissà, sapremo vedere meglio cose che all’apparenza sembravano piccolissime o addirittura lontanissime.
Fatelo anche voi questo “Viaggio interiore in una realtà irreale” perché come dice il nostro amico Giorgio:

“Vedi, amico mio,
a volte mi domando

se gli scenari che ammiriamo in questo viaggio
siano mezzi per acquisire
una nuova coscienza

o se non siano piuttosto
proprio per questa nuova coscienza
che sta nascendoci in cuore

se riusciamo a dar loro
maggiore importanza e attenzione,
rispetto al passato”.

Giorgio Braschi, Pollino (Presentazione di Giorgio Saponaro e Franco Tassi) , Ed. Pugliesi, Martina Franca 2002, ISBN 88-8348-016-3, p. 255, E. 48,00

Maria Pina Ciancio

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Giorgio Braschi, nato nel 1950, ha sempre cercato legami vivi e costanti con la natura, appassionandosi presto alle problematiche relative al rapporto uomo-ambiente. Nel 1971 inizia a frequentare il Massiccio del Pollino, diventandone profondo conoscitore; ha pubblicato il volume “Sui sentieri del Pollino” due carte escursionistiche. Guida naturalistica dal 1977 al 200, ha svolto docenze e consulenze in campo ambientale.
Attualmente vive a San Severino Lucano, nel cuore del Pollino, dove svolge l’attività di libero sognatore e contemplatore di nuvole.

 

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