SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Corale impegno politico. Più legalità contro la crisi

Sulla tomba di John Kennedy è stato scolpito questo pensiero: «Non chiederti che cosa può fare il suo Paese per te, ma che cosa puoi fare tu per il tuo Paese»! Questo invito, che può essere considerato come il testamento di quello storico personaggio verso il popolo degli Stati Uniti, lo crediamo attuale anche verso il nostro popolo Italiano, oggi forse più che mai. C’è infatti nel cuore di tutti gli onesti un autentico desiderio per una società più giusta, più solidale, meno violenta e meno materialista. Questo auspicio viene più spontaneo oggi in cui la crisi socio-economica si è resa più grave.  
L’Italia da tempo vive una stagione di grande lacerazione morale, economica, sociale e politica; si allunga purtroppo la stagione, della disonestà e della corruzione a vasto raggio. E’ sostanzialmente una crisi di “Valori”, e i “Valori” sono, poi, le persone, intese come valori reali. L’uomo è valore se è capace di farsi persona,  soggetto di diritti e di doveri, responsabile, ben formato all’impegno politico.
In un momento così grave i cittadini, amanti del bene comune, non possono abdicare alla partecipazione alla “politica”, ossia alla molteplice e  varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, del bene comune. Tutti e ciascuno hanno diritto e dovere di partecipare alla politica, sia pure con diversità e complementarietà di forme, livelli, compiti e responsabilità.
Le accuse di arrivismo, di idolatria del potere, di egoismo e di corruzione che non infrequentemente vengono rivolte agli uomini del governo, del parlamento, dei partiti politici come pure l’opinione non poco diffusa che la politica sia un luogo di necessario pericolo morale, non giustificano, minimamente né lo scetticismo né l’assenteismo dei cittadini alla cosa pubblica.
La vita pubblica, concepita in senso dinamico, deve essere continuamente costruita, fatta di nuovo, dal contributo responsabile di tutti i cittadini.
Non è l’ora  di essere fiaccati o demotivati da qualunque scandalo, anche se venisse dall’alto. E’ l’ora del “risorgimento” spirituale con forte supplemento di coscienza illuminata, vincente sulla tentacolare insidia dell’individualismo.
Dobbiamo riflettere non tanto su come gli altri rispettano il principio della legalità, quanto su come noi  lo viviamo in ordine al dover sviluppare una rinnovata cultura della Legge, senza trincerarsi nel castello delle facili denunce, consapevoli che ogni uomo, per la sua natura sociale, mentre possiede eguali diritti, egualmente deve essere cosciente di avere il peso di simmetrici doveri. E’ indispensabile, equilibrare le individuali libertà, orientandole verso la giustizia. Senza tali regole una società libera e giusta non può consistere.
La legalità è innanzitutto rispetto delle leggi. Un’autentica democrazia è possibile solo in uno stato di diritto. Altrimenti è una società nella quale vige la legge del più forte che si fa strada con la prepotenza e con la forza del potere.
Lotta quindi a tutte le ingiustizie, alle oppressioni, alle inefficienze, alla violenza e aggiungiamo al divario Nord-Sud.
Tutti sanno, inutile negarlo, che il Sud, oggi soffre fortemente, più di qualsiasi altra area del Paese. Nel meridione la crisi ha prodotto povertà, disoccupazione, emarginazione sociale, difficoltà per imprese, lavoratori, famiglie.
Alla società italiana l’unica via percorribile in questo momento è il recupero della moralità a tutti i livelli, per invertire quel processo di illegalità diffusa che è la vera causa dei mali del nostro Paese. Occorre recuperare un «vivo senso dell’etica» a livello personale e a livello socio-politico: a livello personale ciò potrà essere raggiunto mediante un forte impegno alla formazione da parte della scuola, dei media, delle famiglie, dell’associazionismo, della Chiesa nelle sue diverse articolazioni; per quanto riguarda il livello politico è necessaria una riforma che coinvolga le istituzioni, gli stessi partiti, ma anche il modo stesso di intendere la politica, come servizio e non come occupazione del potere.
Urge una mobilitazione generale, quella mobilitazione delle coscienze che, insieme a un’efficace azione istituzionale, può frenare e ridurre il fenomeno criminoso. Non vi è solo paura, ma anche omertà; non si dà solo disimpegno, ma anche collusione; non sempre si subisce una concussione, ma spesso si trova comoda la corruzione per ottenere ciò che altrimenti non si potrebbe avere.
La legalità quindi intesa come rispetto e osservanza delle leggi è una forma particolare della giustizia. E questa nasce e fiorisce sul riconoscimento della dignità personale di ogni uomo. Per questo la giustizia e la legalità, colte nelle loro radici profonde, scaturiscono dalla moralità e si configurano come amore verso ciascuna persona e verso la comunità.

Don Camillo Perrone, Parroco emerito di San Severino Lucano