SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Il fascismo degli antifascisti

Ogni volta che il Pd perde le elezioni e qualcun altro governa al suo posto grazie al voto dei cittadini, la sinistra sostiene che l’Italia stia entrando in emergenza democratica e lancia l’allarme fascismo. Ieri il dittatore era Berlusconi, oggi è Salvini.
La situazione avrebbe del comico se non fosse che è diventata intollerabile. Il massimo si è raggiunto in questi giorni, quando, su insistenza del presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, la casa editrice Altaforte, dichiaratamente di destra, vicina a CasaPound, è stata cacciata dal Salone del Libro di Torino, nonostante la stipula di un regolare contratto con gli organizzatori della manifestazione.
Eppure, quando Altaforte ha noleggiato uno stand al Salone del Libro nessuno ha avuto alcunché da ridire. La polemica è scoppiata solo dopo aver saputo che la medesima casa editrice avrebbe presentato a Torino un libro contenente una innocua intervista rilasciata dal leader leghista a una giornalista amica, Chiara Giannini, intitolato “Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio”.
Influenti editori di sinistra hanno annunciato che avrebbero boicottato l’appuntamento per protesta e, in nome della democrazia, si è fatta valere la ragione del più forte: i compagni dentro, il fascistoide fuori.
I fascisti andavano bene, fintanto che non editavano Salvini. Una volta che l’hanno fatto, si è colto al volo il pretesto per far passare il segretario della Lega come un camerata, si è montato il polverone e si è allontanata Altaforte.
Ma vediamo cosa contengono di così tanto sovversivo le cento domande di intervista al vicepremier. Nella prima parte, dedicata alla vita privata, il segretario della Lega ci dice che la sua prima fidanzata si chiamava Francesca, come l’ultima, che ha smesso di fumare il 30 marzo, ma forse ricomincerà, che tifa Milan e vuole bene ai suoi figli, che ha iniziato a far politica nella Lega dai tempi del liceo, perché Dc e Pci gli sembravano vecchi e staccati dalla realtà e che pescare è il suo hobby preferito. Quando poi ci si addentra nelle parte dedicata alla politica, anche qui niente che non ci abbia già detto: le tasse sono troppe, la Lega è di centrodestra e governa benissimo con Forza Italia sul territorio, tanta stima a Berlusconi e Meloni, e a tutti i suoi collaboratori.

Ma è con i rivali del Pd che il nemico numero uno degli antifascisti è particolarmente morbido, augurandosi che, per il bene del Paese, i sinistri si riprendano al più presto dal sonno della ragione. Pacato con l’Europa, verso la quale più che una dichiarazione di guerra, lancia una canna da pesca: la sua salvezza sarebbe abboccare all’amo dei sovranisti, che possono ricostruirne l’identità e restituirle dignità. Anche sullo spinoso tema immigrazione non ci sono dichiarazioni razziste: si cerchi di aiutare lo sviluppo dei Paesi di provenienza e non si forzi sull’accoglienza, altrimenti si rischia di instillare negli italiani la paura dello straniero.
Esercizio inutile la lettura del libro, tanto chi l’ha bandito non ne ha sfogliato una pagina.
Nel frattempo, siamo felici di vedere felici i fanciulli di sinistra; forse ignorano che il libro messo all’indice è primo nelle vendite di Amazon.
Adesso, oltre che a Salvini, hanno fatto un favore anche ai neofascisti di Casapound, che hanno tutte le ragioni per fare le vittime e dire che il sistema è discriminatorio e anti democratico, conquistando così altri consensi.
Del resto, cosa diceva Sun Tzu ne “l’Arte della guerra”? Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità.
P.S : per quanto riguarda tutta la polemica legata alla vicinanza con CasaPound, si ricorda che dichiararsi fascisti o esprimere elogi verso il fascismo, Mussolini e il Ventennio non costituisce reato. L’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista, che è vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. La sinistra si rassegni.

Beatrice Ciminelli