SAN SEVERINO LUCANO [.com]

Preziosa pubblicazione di Mimmo Pace: un vero inventario antropologico

Il mio saluto più cordiale a Mimmo Pace, esimio collezionista e cultore di storia locale, con i più sentiti rallegramenti.
E’ stato scritto che un popolo dimentico del passato non può costruire il suo futuro. Con questo presupposto occorre essere assai riconoscenti a Mimmo Pace che, grazie alla pubblicazione:”Pollino, gente-costumi-tradizioni” da lui fatta, con le numerose foto d’epoca e con opportune didascalie, permette alle comunità che vivono alle falde del massiccio calabro-lucano di ricostruire e riscoprire la propria storia. Un bel tuffo nel passato, onde si colgono aspetti e situazioni che hanno segnato il cammino delle nostre comunità nelle loro alterne vicende; si rivedono altresì persone care di un tempo ormai remoto, ambienti rurali, bucolici e di paese, scene agro-pastorali. Con questa ricca documentazione iconografica si vuole far rivivere – lo ribadiamo ancora una volta – agli anziani momenti di vita vissuta; far conoscere ai giovani il passato piuttosto tribolato dei nostri nonni e bisnonni.
La fotografia è parte della nostra cultura, è l’occhio del nostro mondo, dei nostri momenti di gioia e di buio. Ogni momento importante ha una sua immagine emblematica, nella nostra vita privata, nella vita delle nostre comunità. La fotografia è documentazione, è informazione, è denuncia e celebrazione. Torna alla memoria la frase di Berenice Abbott:”La fotografia è il grande medium dei più e per i più”. Nell’azione di salvataggio e di recupero della cultura passata, bisogna aver di mira di raccogliere tutto quello che fu il veicolo attraverso cui essa si manifestò”.
Osserva bene Luigi Troccoli:”Le foto di questo libro vanno “lette” con la consapevolezza che, attraverso esse, traspare con il linguaggio proprio di questo mezzo espressivo un mondo che è svanito, fluidificato rapidamente negli ultimi anni ed assorbito nelle spire del tempo… Grazie a Mimmo Pace che ce le restituisce in una silloge ampia, vestigia di un’epoca che risale, si, agli anni del secolo scorso in cui l’obiettivo centrava gli eventi coevi; ma soggetti e ambienti sono quelli che, in una sorta di campo lungo proiettato nel tempo, agivano ed erano tali anche in epoche più remote. La civiltà contadina è da definirsi zoccolo duro della tradizione millenaria che ha fatto da scudo a difesa di un costume di vita, che oggi tende a decadere perchè privo di valori.
Sarebbe opportuno che si istituisse, in ogni comune, il museo della civiltà contadina, allo scopo di tutelare le radici di una civiltà in profonda crisi di valori. Occorrerebbe istituzionalizzare l’itinerario delle esperienze vissute dai nostri antenati prevalentemente a vocazione contadina, ad esempio: l’allevamento, la lavorazione del latte, la fienagione, la coltivazione dei campi, la raccolta del grano, la produzione del vino, la produzione dell’olio; la varietà dei mezzi di trasporto; le tipologie e l’organizzazione della casa rurale; gli utensili da cucina, le forme e gli utensili del focolare; i mezzi di riscaldamento e di illuminazione; le principali attività casalinghe (la preparazione del pane, i procedimenti e gli utensili del bucato, la lavorazione della lana, la filatura e la tessitura) costituiscono sul piano storico la chiave di lettura della civiltà di un popolo antico, il nostro.
Il presente appuntamento o manifestazione è un momento di aggregazione e di amicizia oltre il significato culturale, un momento importante per mettere a confronto le nostre realtà locali ed arricchirsi vicendevolmente della conoscenza di un patrimonio culturale da poter trasmettere alle generazioni future che, per certi versi, non conoscono. Prendiamo a cuore le tradizioni popolari che rappresentano, se opportunamente rivalutate a livello nazionale ed internazionale, il volano di sviluppo di una intera zona, sana moralmente e civilmente ricca.
Di nuovo congratulazioni, caro Mimmo, per la passione, lo zelo e il sacrificio che hai posto nelle ricerche e nella redazione dell’opera che ben si inserisce in un itinerario di civiltà autentica nonché di sublimazione della humanitas.

Don Camillo Perrone, Parroco emerito di San Severino Lucano